lunedì 23 gennaio 2017

Sedentari o attivi?



Le motivazioni che ci possono orientare verso una vita attiva o una sedentaria posso essere infinite: c'è chi rimane attivo per piacere, e chi per lo stesso motivo se ne resta spaparanzato su un divano; c'è chi lavora 13 ore al giorno, e chi non sta mai fermo un attimo.
Sia che siamo motivati o no, dovremmo tutti sapere che
“L’attività fisica praticata regolarmente svolge un ruolo di primaria importanza nella prevenzione di malattie cardiovascolari, diabete, ipertensione e o besità. Uno stile di vita sedentario contribuisce invece allo sviluppo di diverse malattie croniche,in particolare quelle cardiovascolari: per le cardiopatie ischemiche, ad esempio, si stima che l’eccesso di rischio attribuibile alla sedentarietà e i conseguenti costi sociali siano maggiori di quelli singolarmente attribuibili a fumo, ipertensione e obesità” (fonte 
http://www.epicentro.iss.it/passi/pdf2015/Attivit%C3%A0_fisica_VDA_2010-13.pdf).

Come accennato nelle precedenti puntate di questa rubrica
Prima puntata e Seconda puntata ), non c’è vita senza movimento.



Di quanto movimento abbiamo bisogno? 

Numerosi studi e ricerche stanno dimostrando che la sedentarietà ci uccide, e che spesso non è sufficiente fare la mezz’ora di moto giornaliero indicata nelle linee guida dell’Oms per salvarci la pelle.
Una ricerca fatta dal dottor David Dunstan del Diabetes Institute di Melbourne ha dimostrato che chi rimaneva seduto dalle quattro ore in su al giorno davanti alla tv aveva più rischi di mortalità del 46% rispetto a chi di tempo ne passava la metà per una qualsiasi causa. Mentre per le malattie cardiovascolari la percentuale di rischio in più di morte saliva all'80%.


Uno studio della University of California San Diego School of Medicine, pubblicato sulla rivista American Journal of Epidemiology, ha rilevato che Stare troppo seduti, soprattutto a una certa età, può accelerare l'invecchiamento. Le donne che stanno su una sedia o in poltrona per più di 10 ore, facendo al tempo stesso poco esercizio, hanno cellule biologicamente più vecchie di otto anni rispetto a coloro che sono invece meno sedentarie (http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/stili_di_vita/2017/01/19/stare-troppo-seduti-puo-accelerare-linvecchiamento_25410180-a1c7-4978-aa10-99634d065cf7.html).
Una ulteriore ricerca, pubblicata dal Lancet alla fine del 2016, afferma che “la tipica sedentarietà da scrivania (per circa 8 ore al giorno) è associata a un deciso aumento della mortalità che sembrava essere controbilanciato solo da un’attività fisica (moderata-intensa) svolta per almeno 5 ore alla settimana (nettamente di più, quindi, dei livelli base raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità)”.


Come capire, quindi, se siamo persone sedentarie o persone attive?

foto: http://malanova.vanityfair.it/2014/02/13/%C2%ABmai-piu-bambini-a-scuola-senza-educazione-fisica%C2%BB/

Se monitoriamo i nostri movimenti nell’arco di una settimana, sapremo in quale fazione siamo al momento schierati. Per quello che riguarda il movimento extra, cioè lo sport o il movimento fuori delle normali attività quotidiane, sembra che ci vogliono 5 ore al giorno per scongiurare pericoli vari di salute o di mortalità anzitempo.
Per quello che riguarda la nostra ormai amata camminata, questo è un piccolo schema indicativo:

E, che ci crediamo o no, se facciamo meno di 5000 passi al giorno, siamo davvero dei pigroni senza giustificazioni.

venerdì 13 gennaio 2017

10.000 passi: come raggiungere facilmente il traguardo

Chi ha letto il mio precedente post, sa che uno degli obiettivi che mi sono prefissata per il 2017 è quello di percorrere un certo numero di passi al giorno.
In  questa prima decade di gennaio, ho messo a punto una piccola strategia che mi consente di ottenere un minimo giornaliero di 10000 passi.



Di quanto tempo ho bisogno ogni giorno  per percorrere 10.000 passi?

La prima cosa da fare è stabilire quanto tempo ci vuole per arrivare a 10.000, in modo tale da organizzare la giornata per provare a raggiungere l'obiettivo.
Come iniziare:
  • Contare il numero di passi che si riesce a fare in un minuto, seguendo due indicazioni: passo normale e passo veloce. Se il primo è il nostro passo abituale, il secondo può dipendere da una passeggiata di allenamento o perché andiamo di fretta.
  • Una volta stabilito il numero di passi che riusciamo a fare in un minuto senza rischiare di morire per il fiatone, dividere 10.000 per il numero ottenuto (esempio, io faccio 100 passi circa al minuto, per cui il numero che risulterà dalla divisione è 100)
  • Il numero ottenuto corrisponde ai minuti che ci servono ogni giorno per raggiungere l'obiettivo. Nel mio caso, so che dovrò camminare per circa 100 minuti al giorno di camminata standard. Se vi sembra un tempo improponibile, vi assicuro che non lo è.

Come organizzo le mie passeggiate?

Una volta che abbiamo determinato il tempo giornaliero da impiegare per la camminata, non dobbiamo lanciarci in eroiche imprese da qui all'altra parte della città, o arrenderci prima ancora di cominciare: arrivare al nostro obiettivo è più facile di quanto pensiate: a meno che non piova, ci siano -20 gradi o +40, ce la faremo sicuramente.

Nel caso dei miei cento minuti, io sto facendo 20-30 minuti di passeggiata all'ora di pranzo (a passo sostenuto), tre camminate da 10 minuti suddivise tra mattina e pomeriggio, e data la lontananza del parcheggio dal posto di lavoro, altre due passeggiate da 15 minuti ciascuna al giorno.  Solo questo basta a farmi arrivare a 90 minuti di camminata "pre-stabilita", senza contare tutti i passi che poi faccio per i tragitti brevi o brevissimi.

E' importante pianificare il 90% dei passi giornalieri, e cercare di rispettare il piano per almeno cinque giorni su sette: l'allenamento non si raggiunge con prestazioni saltuarie, e i risultati si ottengono solo se si ha la costanza di proseguire nel corso dei giorni.

Cosa succede se non arrivo subito a fare 10000 passi?

Non succede nulla. Come per qualsiasi programma di training, anche per camminare c'è bisogno di arrivare gradualmente all'obiettivo prefissato. Inizialmente, potremo abbassare l'asticella ad un quantitativo di passi e velocità adatti a noi, senza che questo ci affatichi, ci arrechi dolori vari, o ci distolga da altre attività irrimandabili.
E' importante ascoltare il nostro corpo e le sue reazioni al nuovo, e nello stesso tempo vincere tutti gli autosabotaggi che mettiamo in atto ogni volta che decidiamo di modificare il nostro stile di vita (di questo parleremo nei prossimi giorni).


E se voglio inserire un piano di allenamento per il fit walking?

E' bene iniziare in maniera graduale.
Se il nostro allenamento è a livello zero, potremmo semplicemente decidere di fare una semplice passeggiata a passo normale per un tempo minimo di 20 minuti, massimo di 30.
Del fit walking avanzato parleremo nei prossimi post.

Siamo pronti per cominciare?

Buon cammino!




lunedì 2 gennaio 2017

Camminare per vivere

Gli ultimi giorni del mese di dicembre, ho deciso di regalarmi qualche obiettivo per il 2017.
Quello che riguarda la mia salute, è di aggiungere alle 3 ore di ginnastica settimanale, un quantitativo minimo di passi giornalieri.
Il mio obiettivo forse è troppo elevato, ve lo saprò raccontare a fine anno, ma quel che è ormai risaputo è che non esiste vita senza movimento.
La maggior parte di noi svolge lavori sedentari, o se penso ai poveri baristi, statici.
Se la media di sonno di una persona è di circa 7 ore, potremmo iniziare ad analizzare cosa facciamo nelle restanti 17 ore di veglia.
Ognuno di noi ha la percezione degli impegni quotidiani che deve svolgere, e gli obblighi spesso sono così numerosi e impegnativi, da non consentirci di occuparci di noi per almeno un'ora al giorno (minimo sindacale). Se questo è vero in una minima percentuale della popolazione, per il restante, enorme numero di persone, la mancanza di tempo per muoversi è una questione di cattiva organizzazione.

Il benessere psicofisico di ognuno di noi dipende anche da come teniamo e manuteniamo carrozzeria, motore e giunti della nostra "macchina" corpo. Così come un'automobile ferma da parecchio tempo necessiterà di molto più di un santo in paradiso per rimettersi in strada, anche noi dobbiamo tenerci in costante e regolare esercizio se vogliamo "funzionare" a puntino.

La via più accessibile, economica e facile, è camminare. Molti anni fa l'Organizzazione Mondiale della Sanità pubblicò uno studio secondo il quale una persona di età compresa tra i 15 e i 60 anni, che non abbia patologie serie o invalidanti, dovrebbe fare per restare in salute due ore a settimana di esercizio aerobico intenso, o l'equivalente giornaliero in passi: i famosi 10000 passi al giorno.

Sembra che questa cifra venga fuori da una trovata pubblicitaria per lanciare il primo contapassi della storia, un prodotto giapponese presentato alle Olimpiadi del 1964, il cui limite di conteggio era proprio 10000.
Quali che siano le "origini" di questo vero e proprio tormentone diffusosi attraverso le decadi a livello planetario, camminare giornalmente per un minimo sindacale  apporta una serie di numerosi benefici dei quali ne elenchiamo alcuni:

  • riattiva la circolazione
  • regola i processi metabolici e le funzioni digestive
  • "massaggia" l'intestino aiutandone la regolare funzionalità
  • se a passo sostenuto e per almeno mezz'ora, la camminata ha effetto dimagrante e modellante
  • se praticata all'aperto, ci consente di godere dei benefici della luce del sole e dell'aria fresca 
  • se praticata in mezzo alla natura, è un ottimo antidepressivo
Abbiamo bisogno di 10000 passi? Per quel che riguarda il mio organismo, vi direi proprio di si.
Non è detto che per voi sia lo stesso, soprattutto se si ricomincia a camminare dopo un lungo periodo di inattività.
Io sto facendo un piccolo esperimento: munita di un orologio contapassi, verifico quanto mi muovo in una giornata trascorsa in casa (1500 passi), in una giornata passata in ufficio (8000 passi circa, con due belle passeggiate parcheggio-ufficio e ritorno, e tre passeggiate di 15 minuti cadauna) e in una giornata in giro da turista (impredicabile, dai 10000 ai 30000 passi). Questi sono piccoli dati, e tra il nulla di una giornata in casa e il troppo di una intera giornata fuori casa, posso garantirvi che i 10000 passi possono essere un obiettivo facilmente raggiungibile.

Nel corso dell'anno vi aggiornerò sui dati raccolti e le esperienze fatte, per il momento non mi resta che augurarvi un Felice anno di lunghe camminate!



#10000steps



domenica 20 dicembre 2015

La floriterapia di Bach




“La salute dipende dall’essere in armonia con la propria anima.”  Dr. Edward Bach

Edward Bach

Bach era un medico gallese vissuto a cavallo tra la fine dell’800 e il primo quarto del XX secolo.
Come batteriologo ricercatore, la sua specializzazione, riuscì a creare sette vaccini (ancora oggi usati) partendo da sette ceppi batterici intestinali.
Il suo interesse per l’omeopatia lo portò inoltre a trovare gli equivalenti omeopatici dei sette vaccini allopatici da lui individuati (nosodi di Bach)
Come succede a molti uomini che spiccano nelle scienze, Bach aveva una sensibilità superiore alla media, e questa sua peculiarità lo portò alla ricerca di un metodo che fosse il più semplice possibile e che permettesse alle persone di curarsi da sole.  
Una sera a cena, in un ristorante affollato, iniziò a guardarsi intorno. Osservando le persone, si accorse che reagivano secondo specifiche dinamiche,  e iniziò  a suddividerle in base all’atteggiamento principale (aggressività, solitudine, tristezza.).
 E’ così che inizia l’avventura della floriterapia.  Bach classificò gli stati d’animo che caratterizzano le manifestazioni in sette gruppi. Affermò inoltre che ci sono dei sintomi momentanei (stati transitori) e delle caratteristiche proprie del carattere della persona (costituzionali).
Come chiunque si assuma il meraviglioso compito di aprire una nuova strada,  Bach venne fortemente ostacolato dalla classe medica britannica, che a seguito di ripetute minacce di radiarlo dall’ordine dei medici, lo radiò. Il pericolo che rappresentava Edward Bach era dovuto al che lui pubblicizzava i suoi corsi gratuiti per l’insegnamento dei suoi rimedi floreali come “un corso per imparare a guarirsi da soli”.


La malattia
Il concetto di malattia parte da un disagio emotivo,  emozionale.
Bach riconosce che noi tutti siamo esseri spirituali, con un’anima fatta di elementi sottili, non palpabili. L’anima è immortale, resta intatta, viva e arricchita dalle esperienze negative. Con il nostro involucro (corpo) noi anime siamo qui per acquisire esperienze.
Bach sostiene che il conflitto tra ciò che avremmo dovuto essere (anima) e quello che siamo o stiamo diventando (mentale) crea un disagio, un malessere, la malattia.
Il conflitto si svolge a un livello molto alto tra l’anima e l’incarnazione (il nostro involucro o corpo); questa disarmonia cambia il nostro modo di pensare, a livello mentale iniziamo a cambiare il nostro atteggiamento.
Se a questo livello non ci rendiamo conto del conflitto, avremo un condizionamento/cambiamento delle emozioni. In questo modo, un livello più basso (l’emotivo) influisce sul livello più alto, sottile (la mente).
Ancora una volta, se non si prende coscienza di questo disagio, esso scenderà a un livello ancora più basso, causando una somatizzazione fisica.
La malattia, quindi, è una manifestazione di un disagio o di un conflitto che non vengono risolti o quantomeno compresi/consapevolizzati.
Per riassumere, la malattia è generata da una disarmonia tra quello che si è e si dovrebbe divenire(la parte più pura, collegata allo spirito) e quello che in realtà si è diventati. Il conflitto o disarmonia avviene tra l’anima e, a scendere, i pensieri, le emozioni, il fisico, in una discesa dall’alto verso il basso. Prima di arrivare ai sentimenti la disarmonia tocca il livello mentale, e cambiano i nostri pensieri e il nostro modo di pensare (ossessioni mentali, movimenti di pensieri, etc).
Se non si prende coscienza della disarmonia a livello mentale, c’è un’infiltrazione verso il basso a livello emotivo. Cambiano i sentimenti e il modo di sentire. Quando la disarmonia arriva a livello fisico, ci sono stati già due cambiamenti molto importanti ai livelli superiori. Tutto ciò siche si manifesta a livello fisico è l’ultima delle somatizzazioni, l’ultima delle trasformazioni disarmoniche.

Studi successivi alla morte di Bach

Di studi sui fiori di Bach o sulla floriterapia in generale, ce ne sono stati infiniti dopo la morte di Bach.Altri terapeuti hanno iniziato a studiare fiori diversi, e nasce così la Floriterapia australiana o quella Californiana.
Dietmar Kramer invece interpreta la floriterapia di Bach integrandola con altre discipline olistiche: cristalloterapia, il sistema dei chakra, i meridiani di agopuntura, etc.
L'introduzione dell'agopuntura offre alla terapia con i Fiori di Bachpossibilità del tutto nuove, portando al contempo ad una più profonda comprensione dei binari dei Fiori.
Prescrivendo interi binari, mescolando quindi Fiori di comunicazione, di compensazione e di decompensazione del medesimo binario, spesso comparivano reazioni che, sebbene inspiegabili con la terapia con i Fiori di Bach, risultavano comprensibili dal punto di vista dell'agopuntura o dell'omeopatia. 





L'associazione culturale EcoArmonie, in collaborazione con l'associazione L'Essenza dell'anima, propone ai soci consulenze di floriterapia di Bach.

lunedì 5 ottobre 2015

Si ricomincia

Quest'estate abbiamo fatto una vacanza magnifica in un'isola incantata, ricca di energie e di meraviglie naturali.
Ci ha dato l'energia per ideare tante iniziative che speriamo vi siano gradite ma soprattutto utili.

Siete pronti per ricominciare?
Noi si!

Seguiteci :-D